Durante il talkshow notturno, il professor

Durante il talkshow notturno, il professor Terrazze, habitué dei salotti informati della quarantena mostrava il grafico che, grazie alla fatica del suo modello computerizzato, stimava la data di quando avremmo raggiunto Il Picco, il momento massimo dell’epidemia, prima della discesa e del graduale quanto agognato ritorno alla normalità.
Come vedete, calcolati i numeri di oggi, Il Picco si sposta ancora una volta in avanti di cinque giorni.
Interessante, professor Terrazze, commentò il presentatore. Cinque giorni fa quale era stata la sua previsione?
Uno spostamento in avanti di cinque giorni.
Interessantissimo. E dieci giorni fa?
Uno spostamento in avanti di cinque giorni.
Davvero, davvero interessante. Come lo commenta?
Purtroppo finché i dati restano questi, l’andamento dell’epidemia non sembra volersi adattare al modello.
Facciamo una fatica matta a prevedere Il Picco quindi?
No, lo previediamo benissimo, come mostra il mio modello.
Però si sposta.
Perché facciamo fatica a raggiungerlo, non a prevederlo.
Mi scusi, stimato collega, intervenne la prof, ma potrebbe essere sbagliato Il Modello, non crede?
Questa è bella. E noi esperti a cosa serviremmo? E che è, dopo una nazione di allenatori, di climatologi, di economisti, ora i taliani sono tutti virologi?
Dico che anche noi sbagliamo.
La scienza è un tribunale dal quale non c’è appello.
Immagine forte, intervenne il conduttore.
Certo la scienza è forte, rispose Terrazze.
E poi? Chiese ancora il conduttore.
Non è democratica, continuò il professor Terrazze.
Su questo fortunatamente il nostro governo ha ovviato già da diversi mesi. Era già tanto sentire ogni domenica sera le argute riflessioni tattiche degli allenatori da divano percettori di UBI e le loro chiacchierette da bar sport sulle piattaforme internet. Lasciare poi che andasse avanti pure la libera espressione di qualsiasi opinione su un tema come il Virus sarebbe stato troppo. Era già troppo per il tanto che è durato.
E cosa avrebbe fatto il vostro governo? Chiese la prof da americana poco consapevole della vita politica taliana.
In un primo momento si è limitato a emanare un severo monito contro la diffusione di opinioni pandemiche non verificate, poi visto che dall’orecchio destro e neppure da quello sinistro ci sentivano, ha punito i frequentatori della piazzetta virtuale con pene pecunarie e di reclusione domiciliare per chiunque, senza un valido titolo di studio, esprimesse la propria opinione.
Ma non siete già tutti in una sorta di reclusione domiciliare?
Tecnicamente sì, ma è tutt’altra cosa se ci sei perché hai una pena da scontare.
Praticamente, però?
Praticamente ti è stata tolta la libertà, il più prezioso fra i beni.
Pensavo che quella fosse la salute.
Sì, dopo la salute.
E la libertà agli altri non è stata tolta?
Sì, ma non per legge.
La quarantena è illegale?
No, è legalissima: l’ha decisa il governo.
Quindi per arbitrio?
No, per legge. Nel senso che ai diffusori di opinioni a cuore leggero la libertà viene tolta per legge e basta. Agli altri per legge ma per salvargli la vita dal Virus.
Quindi anche ai trasgressori, costringendoli a stare a casa, salvate la vita dal Virus. Forse per punirli avreste dovuto farli uscire.
Ma così avremmo fatto loro un favore.
Non capisco.
Ho difficoltà pure io, aggiunse perplesso Terrazze mentre batteva con i polpastrelli sul tablet.
Che succede professore?
Il Picco si è spostato.
Ma come, adesso?
Sì, ho dei nuovi dati e non sbagliano. Il Picco si sposta. Di altri cinque giorni.
Rispetto ai cinque giorni che diceva prima o rispetto a ora?
Questo lo deciderà Il Picco: la scienza non è democratica.
Certo, professore, altrimenti ognuno sarebbe libero di esprimere la propria opinione.
Mi scusi se la interrompo, interruppe nuovamente la prof, ma queste opinioni da punire sono solo quelle scientifiche?
Inizialmente sì, lo erano.
E poi?
Poi il Comitato Scientifico ha compreso l’importanza di far circolare solo opinioni scientificamente provate in ogni campo e, va senza dire, punire i trasgressori.
Intende il governo?
Sì, il governo. Ma il governo agisce con il placet del Comitato Scientifico, di cui fa parte anche il professor Terrazze.
Quindi se uno esprime un’opinione sulla scelta sbagliata da parte di un allenatore di sostituire proprio in quel momento proprio quel giocatore, che accade?
Oh, rispose gongolante il presentatore, deve solo provare a farlo.
La tecnica, anche quella calcistica, non è democratica, aggiunse il professor Terrazze.
Bene, bene, comprendo, disse la prof. Vorrei ora esprimere un’opinione scientifica.
Una sentenza, la corresse Terrazza. La scienza emette sentenze, senza appello per giunta.
Ecco, sì, come preferisce stimato collega. Io credo che il Virus guidi la persona dall’interno, come una sorta di sé fantasma che indirizza il funzionamento del cervello e ridefinisce la persona. Virus ergo sum.
Questa non è una sentenza, ma un’opinione, rispose la terza ospite, una professoressa che era rimasta fino a quel momento in silenzio a fianco al professor Terrazze. Questa è la classica fallacia del fantasma nella macchina.
Potrebbe spiegarcela, professoressa Carattere? Chiese il conduttore.
Sì, lo farò, ma spero che nessuno voglia poi formulare un’opinione su questa mia spiegazione.
Certo che no, altrimenti verrebbe rinchiuso in casa, la rassicurò il presentatore. Per legge, si intende, non per salvargli la vita.
Bene, sono rassicurata. Nel cervello ci sono soltanto sistemi neuronali che agiscono di concerto: questo è quello che chiamiamo coscienza o che alcuni chiamano anima, ma non c’è nulla di spontaneo quanto ce ne sia in una pianta che fa la fotosintesi; se avessimo un computer sufficientemente potente e gli dessimo in pasto i miei pensieri in questo momento, questo sarebbe diabolicamente in grado di determinare il resto della mia vita con precisione assoluta.
Il computer del professor Terrazze potrebbe aiutarla, suggerì il presentatore, è abbastanza potente da calcolare Il Picco d’altra parte.
Non così potente, però, rispose la professoressa Carattere.
Apprezzo la sua opinione, cominciò a dire la prof.
Sentenza, la corresse Carattere.
Sì, sentenza, stimata collega, ma non saprei se il suo è il discorso di una donna di scienza o di una calvinista del sedicesimo secolo. Quello che io sostengo è che servirebbe un bel cazzo di computer per risolvere la questione come volete risolverla voi.
Non può dire quella parola, prof, intervenne il presentatore in mezzo allo sguardo attonito di Carattere e quello perduto nel tablet di Terrazze.
Forse mi sono lasciata prendere la mano, vi chiedo scusa.
Scuse accettate, collega, rispose la professoressa Carattere. Vorrei però che si scusasse con la Scienza per le idee che sta portando avanti: fra poco cos’altro ci dirà, che il Virus si cura con la psicoanalisi? Vi ricordate, vero, la psicoanalisi? Continuò la professoressa fissando la camera e, di conseguenza, me e Lui che dormiva ancora sul divano. Era quella idea secondo cui si potevano risolvere problemi complessi non con l’aiuto della chimica, la regina delle complessità, ma parlando per ore e perfino interpretando i sogni. I sogni! Ribadì quasi strillando.
Faccio solo notare che la strategia opposta non mi sembra funzionare, controbatté la prof.
In riferimento al Virus?
Non solo, anche alla pazzia. Proprio ieri ho ricevuto una mail da un conoscente che è convinto di essere Carlo V.
Lei continua ad avventurarsi nel campo minato delle opinioni, professoressa, intervenne Terrazze. Mi ricordo di quando, saranno stati cinquant’anni fa, si pensava di convincere uno studente a smettere di farsi i fatti suoi, guardare la televisione, perdere tempo con qualche trastullo e così via, magari perfino masturbandosi, sottoponendolo a una certa dose di ramanzine, facendolo lavorare di più, insegnandogli l’autodisciplina. Fortunatamente la Scienza è andata avanti e con forza tirannica e genuinamente antidemocratica ci ha mostrato che quel ragazzo soffriva di una sindrome inscritta nella sua persona, un difetto nella sua programmazione di base, un deficit dell’attenzione come si dice nel gergo della neuropsichiatria infantile, per cui una sanissima dose di chimica faceva dei miracoli. Ma la prego, prof, continui pure con il suo amarcord, mentre io mi scolo questa fiaschetta di Ritalin.
Se posso riassumere la mia posizione... avanzò la prof.
Faccia pure, rispose il conduttore, indagheranno poi il governo e le forze dell’ordine se si dovesse verificare un reato di opinione.
E la Scienza, aggiunse la professoressa Carattere.
Non ho dubbi, riprese la prof, ma preferisco concludere. La mia ipotesi è che il Virus sia inscritto nel patrimonio genetico di ogni persona, non solo di quelle oggi in vita, ma di tutte le persone che abbiano mai vissuto; solo oggi però siamo in grado di verificarne la presenza fino a questo momento occultata. Questo è quanto credo sia legittimo sostenere di fronte ai risultati delle mappature cerebrali da me e i miei collaboratori portate avanti. Il Virus può manifestarsi con un grado di probabilità più o meno apprezzabile a seconda di alcuni comportamenti, di alcune dinamiche che non siamo in grado di tracciare con certezza. Queste hanno sì un impatto, ma senza una predisposizione genetica il Virus non si manifesterà comunque e non resterà che trovarlo inerte nel paziente morto. Ancora mi stupisco che nessuno si sia posto il problema del perché tutti i morti sono risultati positivi. È possibile, questa è almeno la mio opinione, che la nostra stessa paura finisca per attivare il Virus che scorre fra i collegamenti neuronali del nostro cervello; ho una buona dose di mappature che mi mostrano questi percorsi illuminarsi. Inoltre, quale momento migliore per verificare questa paura di quello in cui si effettua il tampone? Il gatto si nasconde qui, in quella che molti di noi chiamano anima.
Mi faccia capire, collega, rispose Terrazze: lei perciò crede che sia possibile stimolare o inibire il virus, ne...ne... nell’anima?
Sì, esattamente.
Una risata divertita venne su dalle viscere della professoressa Carattere. Mia cara, mia cara, la apostrofò: quando ancora le dovremo spiegare che è tutta questione di chimica? Mi dia un computer quantistico abbastanza potente e le mostrerò cosa penserà il giorno della morte di suo figlio, e anche il giorno in cui questa avverrà. Poi mi dia del Ritalin antivirale e la guarirò da qualsiasi infezione.
Professoressa Carattere, l’unica certezza che io ho è che l’autopsia di mio figlio mostrerà la sua positività al Virus.
La chimica non mente, prof, il resto sono opinioni.
Vede, io neppure ce l’ho un figlio.
Ma è convinta di avere un’anima.
Sono convinta di funzionare.
Mi lasci dire una cosa e mi scusi, ma la sua anima è già morta.

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